Attività dedicate all'integrazione della popolazione immigrata

Quando si parla di integrazione, una delle carenze più evidenti che vanno affrontate è di tipo culturale: si tende cioè a ritenere che lo sforzo di integrazione debba competere solo allo straniero, senza considerare invece l'importanza di un reciproco avvicinamento. E per arrivare a questo è necessaria anche una preparazione (culturale, strutturale, psicologica) della cultura ospitante all'accettazione del diverso.
La cultura umana, pur essendo simile ad ogni latitudine, presenta differenze fondamentali e indispensabili ai soggetti che in essa sono cresciuti e con essa si identificano. Ecco perché ogni popolazione migrante ha sempre ricostituito, nei posti in cui si spostava, un microcosmo culturale che gli permetteva di reimmergersi nella propria cultura di origine, e così rigenerarsi.
Tali occasioni di ricostruzione e riproposta della cultura di origine non devono essere letti come empiti di rifiuto all'integrazione, ma come momento necessario e indispensabile all'integrazione. Senza di essi il soggetto straniero non si riconosce più, perde il senso di sé, e scivola in un'alienazione pericolosa per tutti. Consentire, e anzi favorire, tale reimmersione nella cultura di origine garantisce un equilibrio psichico ed emotivo che va solo a vantaggio di tutti: ospiti e ospitanti.
Parallelamente a ciò vanno sviluppati momenti di reciproca conoscenza, per evitare quei malintesi culturali e linguistici che posso invalidare qualunque sforzo di convivenza.

Temi generali affrontati:

  • La comunicazione cross-culturale in una società multietnica
  • I corto-circuito comunicativi: codici in conflitto
  • La comunicazione non verbale al centro dell'incomunicabilità
  • Formazione per imprese e datori di lavoro in difficoltà
  • Diversità come arricchimento e non perdita